Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  lunedì 04 aprile 2005
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Email alla redazione

Seguo con un certo interesse l'evolversi del tentativo di raggiungere un'alleanza tra i Radicali e lo SDI e il dibattito che ciò sta suscitando nelle innumerevoli formazioni partitiche che costituiscono la galassia del cosiddetto centrosinistra.

Leggo oggi sul Corriere del "favore".... con cui Diliberto accoglie l'eventuale accordo dei Radicali con l'Unione......

Vi chiedo: come è possibile che vi troviate in una stessa coalizione con chi ha posizioni politiche su temi cruciali come i diritti umani, la politica estera ed economica, il giudizio storico sui sistemi totalitari e quant'altro, così distanti dalle Vostre?? L'interrogativo non intende fare proprio il convincimento che siate più affini al centrodestra, ma, semmai, ripropone quell'irriducibile autonomia ("diversità" o "irregolarità", rispetto ai partiti tradizionali della Prima e della presunta Seconda Repubblica)) che Vi contraddistingue e che mi pare difficilmente coniugabile con le attuali forze politiche presenti in Parlamento.

Ciò non toglie che mi sembra opportuno che percorriate tale tentativo estendendolo all'area liberal (quella autenticamente riformista) dei DS e a talune componenti della Margherita.

Sono tra coloro che auspica che non concentriate i punti forti della Vostra presenza politica solo sui cosiddetti diritti civili, ma che riproponiate anche i temi della giustizia, del diritto, della promozione dei diritti umani nel mondo e di una difesa attiva dell'ambiente.

Grazie per l'ospitalità e buon lavoro.
Manlio Lichene


Vedo che finalmente pubblicate le mail dei vs lettori, ne ho inviate tempo fa ma senza riscontro, vediamo se mi date spazio come fanno tutti i quotidiani.

In sostanza credo che santoni delle religioni rivelate e i loro credenti siano gente da neurodeliri. Qualsiasi uomo che crede di sapere cosa fa e vuole il suo dio è praticamente un folle. Nessuna persona normale direbbe dio è buono siede in trono e pensa a voi, vi aiuta e vi protegge: non vi sembra? Al contrario papi imam rabbini e loro fideisti del nulla son convinti di sapere il pensiero del loro dio e di imporlo plagiando masse idiote. La Scienza che sa quasi tutto dell'Universo non trova tracce di un qualsiasi creatore, anzi sa perfettamente come è nato il cosmo e la vita e spiega tutto. Mi sembra che le religioni siano un tentativo di sottomettere masse beote a mezzo dell'invenzione di dei inesistenti. Quindi le individuo come una truffa sull'uomo che dura da millenni: non sarebbe il caso di vietarle come abuso della credulità popolare? Detesto il marxismo, altro impedimento allo sviluppo della personalità umana, ma mi piace quando manda esercito e carri armati a distruggere moschee e chiese cattoliche mettendo in galera chi tenta il plagio. I radicali dovrebbero avere rappresentanti in Parlamento, non con socialisti e sinistri, i liberali veri sono a destra, e dovrebbero proporre l'eliminazione dell'articolo del codice penale sul vilipendio alle religioni: lo trovo assurdo, come si vietasse il vilipendio ai truffatori. Grazie e arrisentirci.
Fausto Orazi


Quando si resta a lungo lontani da Napoli i ricordi tendono a esaltare sempre l'immagine sognante di quel golfo da cartolina e quella vitalità del suo popolo tanto decantata. Ma si tratta di una visione distorta, che evapora non appena si rimette piede sul suolo partenopeo.
Stazione centrale, piazza Garibaldi: appena usciti ci si imbatte nei pluriennali cantieri impiantati per il suo rifacimento. "Napoli centrale pensa in grande" è la scritta che campeggia in bella mostra per attenuare il malumore dei cittadini prospettando una generosa ricompensa per i disagi da sopportare. Nel frattempo lo scenario è molto sgradevole: i miasmi dei bisogni fisiologici degli sbandati che affollano le sue adiacenze e che una volta tendevano a disperdersi (relativamente) nell'aria, ora restano ancor più intrappolate così da impregnare quei corridoi che si è costretti a percorrere. Un senso di disgusto misto a rabbia pervade il passante pensando che quella dei lavori è solo la solita illusione venduta ai napoletani: che senso ha investire nel rifacimento delle aree urbane se il risultato è quello già visto nelle vie del cosiddetto struscio? Controlli nulli, arredo urbano abbandonato e rapidamente danneggiato dalle bande di ragazzini da 12 anni in su che scendono come tanti Attila dalla periferia facendo incetta, nella migliore delle ipotesi, di vetri infranti e passanti spaventati. Che senso ha prospettare una piazza rivoluzionata da sogno se non si riesce a mantenere un minimo di pulizia e decoro oggi nella stessa area?

Superato questo primo scoglio ci si dirige verso gli alberghi, quelli a tre e quattro stelle che ospitano uomini d'affari e turisti. Anche qui c'è un percorso obbligato, dettato dai cantieri, verso piccole oasi di palme che vorrebbero star lì a ricordarci che Napoli è una città mediterranea. Invece sono poco più che armadi naturali e ripari per altri derelitti arroccati su cartoni, materassi e coperte. Intorno i resti di cibo, bottiglie di vetro e cartoni di vino. Uno scenario che diventerà una costante lungo tutta la piazza, obbligando a difficoltosi slalom tra vetri infranti e residui vari dei "turisti" alternativi su cui ha evidentemente deciso di puntare la città. Torna alla mente l'immagine dei cartelloni che raffigurano la piazza così come dovrebbe essere: si intravedono famiglie, uomini e donne eleganti che si intrattengono tra fioriere e prati. Poi ti giri e ti rendi conto quale sia la cruda realtà, quanto ridicola sia quella rappresentazione che non si ha l'intenzione politica e sociale di riprodurre.
Si dirà che questa è la visione pessimista e disfattista di chi vuol sottolineare solo le storture e il degrado di un contesto che può essere simile a tante metropoli. Ma il degrado a Napoli è generalizzato, ormai ha ampliato i confini e si estende senza limiti in ogni area. Possiamo arrivare al porto della città, il luogo di raccordo tra la città e le favolose isole dell'arcipelago campano, e percepire uno stato di abbandono analogo, dove scippatori, tassisti abusivi e venditori di "pacchi" si affollano e si confondono tra i turisti, ovvero i loro "clienti" quotidiani; passare per il quartiere chic di Posillipo e trovare cumuli di immondizia non raccolta, per il quartiere borghese del Vomero e imbattersi nell'arancia meccanica in stile napoletano e così risulta quasi meno penoso imbattersi negli scenari post-bellici di Scampia e Miano.
Come si è potuti arrivare fino a questo punto? Me lo chiedo mentre in piena notte sono intento a lavorare e sento in sottofondo le voci di due litiganti, il rumore delle bottiglie di vetro lanciate contro muri e auto, il lamento di un uomo che dorme sdraiato sul marciapiede sotto casa. Di chi è la colpa se non di tutti noi napoletani che abbiamo avallato un simile decadimento morale e culturale prima ancora che sociale? E' vero, siamo tutti responsabili, però non si possono occultare anche le responsabilità dei politici che, anzi, sono i principali artefici di questo processo. E' quasi un insulto assistere all'arroganza con la quale l'attuale sindaco non riconosce il suo fallimento rinunciando definitivamente a ripresentarsi alle prossime elezioni comunali e continui a parlare dei problemi del tessuto urbano come se non fossero il risultato di oltre quattro anni di malgoverno dell'amministrazione cittadina. In questi giorni ammiriamo la Iervolino decantare le lodi dello sforzo dell'intera comunità per la fine dei lavori di piazza Nazionale: 15 anni per fare un parcheggio sotterraneo, un quartiere sventrato con attività commerciali costrette alla chiusura o agli stenti, sono trasformati in una ragione di vanto. In compenso, intervistata su L'Espresso, ammette che Napoli si trova in una situazione molto complessa, che i tuffi compiuti dagli aliscafi che intralciano i collegamenti marittimi, a volte per ore, "sono null'altro che le bravate degli scugnizzi napoletani". Insomma, tutto fa folklore, se il turista o l'isolano arrivano a destinazione con un'ora di ritardo è un problema manco da prendere in considerazione: stiamo a Napoli. E la tolleranza zero? "Abbassare la soglia di punibilità dei minori, che oggi è di 14 anni, è una stupidaggine, l'accoglienza degli extracomunitari è doverosa", come se ripulire il centro da inetti sdraiati per terra a ubriacarsi sia da considerarsi un'opera di razzismo e non di ripristino dell'ordine e del decoro urbano.
Un personaggio di siffatta lucidità e lungimiranza è degna della discarica che oggi sommerge le vie del centro. Così non ci resta che sperare in un rigurgito d'orgoglio da parte dei napoletani, gli unici che possono decidere finalmente di ridare dignità alla propria città iniziando a ripulirla innanzitutto da amministratori tanto ottusi quanto deleteri.
Paolo Carotenuto


Credo sia sbagliato nel parlare e nello scrivere distinguere tra laici e credenti (o cattolici): bisognerebbe sempre esprimersi definendo credenti in Dio i laici e credenti clericali o vaticani quelli che si dicono ora credenti; la quasi totalità dei laici è infatti credente in Dio.

Questo eviterebbe che i credenti veri vengano fatti passare per atei dai credenti clericali.

Il Diavolo si nasconde sempre dove meno lo si cerca.
Mario Varetto


Mi pare interessante il contributo di Michele Rana. Con gli interrogativi ed i dubbi che ho cercato di indicare nelle mie lettere e che altri pongono.
Manlio Lichene


E’ orma da anni, e sempre più si accentua, che il mondo politico italiano si prodiga ad ossequiare con sempre più marcato timore o terrore reverenziale qualsiasi cosa o forma umana che indossi una tonaca di qualsiasi taglia o colore, riversando su questa lodi e apprezzamenti aprioristici, acritici e genuflessi e attribuendo al mondo clericale doti di verità assolute, rivelate e aprioristiche, per noi poveri umanoidi indegni di comprendere e oltraggiosi nell’osar discutere. Alla summa del clericale, in occidenti, vi sta Santa Romana Chiesa, detentrice e dispensatrice di verità rivelate che spaziano oramai su tutto l’umano vivere: dall’essere al dover essere, dal fare, al dover e al non dover fare, dal come sei ed al come dovresti essere.

Da tutte le parti l’ossequio è incandescente, sempre pronto e carico di attributi quanto non lo fu neppure il linguaggio barocco. Siamo usciti da una campagna referendaria in cui ci hanno fatto sapere del dogma di quando inizia la vita, la sacra e inviolabile vita, che tanto è prima di nascere ma del doman poi non ve’ certezza.

Ci spiegano del “matrimonio valore che appartiene al patrimonio dell’umanità”, ma quanto e per quanto tempo vi è appartenuta la guerra, la schiavitù, l’immutabilità dell’appartenenza ad una classe sociale, al patrimonio dell’umanità ?

Ci spiegano che i PACS sono “contrari alla retta ragione perché conferiscono garanzie giuridiche” ma che cosa è lo stato di diritto se non il generatore ed il baluardo di quelle garanzie giuridiche che permettono ad ogni singolo cittadino di vivere e crescere nelle proprie aspirazioni e nel veder realizzata quella convivenza di valori non condivisi che sono lo spartiacque tra democrazia di uno stato di diritto e teocrazia integralista.

Ci spiegano che le radici dell’Europa sono giudaico e cristiane ma quanto appartengono all’Europa dei diritti umani, della responsabilità, della libertà, della convivenza civile e politica, 1300 anni di antisemitismo feroce ed assassino e 600 anni di strade, da nord a sud, da est a ovest illuminate dalle atroci urla dei roghi inquisitori?

Lo stato di diritto, la libertà individuale, la responsabilità del decidere non sono, se Santa Romana Chiesa o un chierico d’oriente, lo permette o lo concede.

Il diritto alla qualità della vita, alla convivenza affettiva, all’affetto e all’amore non sono, se un chierico cattolico o musulmano lo permette o lo concede: sono perché sappiamo difendere, riaffermare e consolidare dei valori di convivenza che non da noi oggi, ma dai nostri padri dai nomi talvolta sconosciuti e talvolta purtroppo dimenticati, con la loro vita, sofferenza, e tante volte dignitosa povertà hanno conquistato come bene prezioso e a noi sono stati consegnati.

Mauro Bonomi


Non è una mia fissazione ma per l'ennesima volta mi sento di rimarcare l'estrema difficoltà nel comprendere i messaggi radicali. Ho già scritto a Pannella per la sua crescente involuzione lessicale che in momenti di alta ispirazione è totalmente incomprensibile per noi comuni mortali. Leggo, cerco di leggere, “Notizie Radicali” via mail ma, nonostante la mia buona volontà, spesso mi scoraggio e non finisco l'articolo anzi, a volte butto nel cestino anche gli altri; senza nemmeno leggerne i titoli. Infinitamente lunghi, contorti, pieni di rimandi incomprensibili ai non addetti. In “Notizie Radicali” di lunedì 19 settembre, titolate: "Ratzinger apre la caccia al ricchione" , avrei voluto mandarlo ad un mio amico per metterlo al corrente di aspetti del clero di cui non sospetta e che nessun altro gli può raccontare; ho rinunciato. Sono sicuro che non sarebbe arrivato oltre le prime 10 righe.

Peccato, un'opportunità sprecata per fare informazione a chi è fuori. E non è la prima volta.

Se le notizie che diffondete non sono adatte a produrre conoscenza, a diventare strumenti che noi possiamo usare per diffonderla, a cosa servono? A darci ragione fra di noi? Di questo vi faccio colpa: siete noiosi, incomprensibili. Non sapete comunicare nè quando parlate, nè quando scrivete; Capezzone a parte e pochi altri. Ribadisco: PECCATO ! Scusate, forse ho esagerato; ma mica tanto poi.
Gianni Pedrazzi


Vi siete venduti a quei porci di comunisti guidati dalla mortadella Prodi per un posto in parlamento, siete como tutti gli altri per un pugno di lenticchie vi vendete il culo.
Masino Masu


La polemica Diliberto-Boselli conferma la pregiudiziale costante che c'è nell'Unione contro l'accordo fra socialdemocratici e radicali.Pregiudiziale che non è di meno nella CDL. Anche se nei due Poli c'è un ibridismo infecondo,tuttavia si nota che la pregiudiziale antiradicale prevale sull'opportunità di aggregare le forze di Pannella per l'allargamento dei Poli.

Desta quindi preoccupazioni in seno a molti Radicali il fatto che questa pregiudiziale possa impedire l'inserimento delle loro liste alle prossime elezioni politiche.A questo punto, ritengo, che Pannella e Capezzone si dovrebbero premunire organizzando le loro liste da presentare da soli, anche se il rischio di superare lo sbarramento è elevato.Certo, però, che la legge elettorale vigente è carente e che dopo le prossime elezioni andrebbe modificata con un ritorno al sistema proporzionale, elevando lo sbarramento al 10%, con doppio turno di elezioni,per consentire l'inserimento di altre aggregazioni.
Filippo Galatti